Cos’è l’apnea notturna
L'apnea notturna, o Sindrome delle apnee ostruttive del sonno (OSAS), è un insieme di segni e sintomi riconducibili al verificarsi di ripetuti collassi faringei completi o incompleti che avvengono durante il sonno: ne consegue un’interruzione del flusso di aria ai polmoni, riduzione dei livelli di ossigeno nel sangue, sonno disturbato, sonnolenza diurna e maggior rischio di sviluppare patologie cardio-circolatorie e metaboliche. I meccanismi alla base dei collassi faringei sono complessi e derivanti da più fattori. Si verificano apnee notturne, ad esempio, a causa di alterazioni anatomiche delle vie aeree, scatenate da eccesso di tessuto adiposo, localizzato o generalizzato, o da anomalie delle strutture del naso. La diminuzione del passaggio di aria provoca apnea e ipopnea che sono anche la causa di microrisvegli per lo più non coscienti, che i meccanismi automatici di controllo del nostro corpo mettono in atto per ripristinare l’attività delle vie aeree.
Cause
I fattori di rischio dell’apnea notturna sono vari e vengono influenzate dai seguenti fattori:
- Età: può verificarsi a tutte le età, anche se viene diagnosticata di solito tra i 40 e 50 anni. In generale però le persone anziane, anche se sane, hanno una probabilità maggiore di soffrire di apnee notturne
- Sesso: la probabilità che la popolazione maschile soffra di questa patologia è più alta di 2-3 volte rispetto alla popolazione femminile. La ragione di questo dato non è stata completamente compresa, ma probabilmente le differenze anatomiche tra i due generi, la modalità di deposito di un eventuale eccesso adiposo, abitudini voluttuarie (come alcol e fumo), la presenza di altre patologie cardiovascolari che prediligono la popolazione maschile, possono contribuire a spiegare questa differenza
- Squilibri nella composizione corporea: il rischio di soffrire di apnee notturne è correlato all’aumento del peso corporeo, soprattutto ad un incremento della circonferenza del collo. Questa eventualità si verifica in presenza di un accumulo adiposo e/o imbibizione di liquidi dei tessuti molli. Nonostante il peso non sia un buon indicatore per la salute individuale, ci permette di avere un quadro epidemiologico (di popolazione): in diversi studi è emerso che gli uomini con un IMC (indice di massa corporea) nella zona del normopeso avevano una probabilità dell’11% di soffrire di apnea notturne, probabilità che aumenta esponenzialmente per IMC maggiori (21% in caso di sovrappeso e 63% in caso di obesità)
- Restringimento delle vie aeree superiori dovuto ad anomalie craniofacciali e del collo
- Predisposizione genetica, probabilmente a carico dei centri di controllo del respiro nel Sistema nervoso centrale e specifiche conformazioni ereditarie di testa e collo
- Fumo
- Congestione nasale
- Menopausa, post-menopausa
- Condizioni mediche (come ipertensione, diabete, sindrome di Marfan, acromegalia, ipotiroidismo, malattia renale allo stadio terminale, insufficienza cardiaca congestizia, ostruttiva cronica malattie polmonari, disturbi neurologici e gravidanza)
- Farmaci e sostanze (inclusi alcol, benzodiazepine e narcotici)
Conseguenze
A loro volta, le apnee ostruttive del sonno sono correlate a:
- Patologie cardiovascolari: Le apnee notturne sono collegate direttamente e indirettamente con il rischio di sviluppare malattie cardiovascolari. Questo perché le apnee notturne condividono con le malattie cardiache e arteriose i “motori” metabolici e nervosi (correlazione non causale). Non solo: lo stato di ipossia che deriva dalla diminuzione del flusso di aria ai polmoni concorre a determinare uno stato di infiammazione cronica continua di basso grado, che è alla base di molte alterazioni cardiovascolari e endocrino-metaboliche. A volte sono anche le risposte insite nei meccanismi “di fuga” dalla apnee/ipopnee a slatentizzare (non rendere più latenti) delle aritmie “compensatorie” (correlazione causale);
- Disturbi metabolici: La sindrome metabolica combina disordini endocrini dovuti ad un eccesso di grasso patologico, dislipidemia e insulino-resistenza, con un'alterazione cardiovascolare come l'ipertensione arteriosa. Poiché l’eccesso adiposo è un fattore di rischio comune sia per l’apnea ostruttiva del sonno sia per la sindrome da obesità-ipoventilazione, le condizioni possono coesistere ed è spesso necessario effettuare una diagnosi accurata. I disturbi del sonno, e in particolare l'OSAS, svolgono un ruolo importante nello sviluppo della sindrome metabolica (correlazione causale e non causale).
Sintomi
I sintomi delle apnee notturne si dividono in:
Sintomi notturni: russamento, respiro affannoso e interruzioni della normale respirazione sono i sintomi caratteristici delle apnee notturne. In casi più gravi possono verificarsi veri e propri soffocamenti notturni. La maggior parte delle volte non sono i pazienti a riferire un sonno agitato, ma chi con loro condivide le ore notturne e l’abitazione, a causa dei risvegli improvvisi provocati dall’apnea; piuttosto frequente è la nicturia, condizione in cui ci si sveglia di notte per svuotare la vescica.
Sintomi diurni: molto spesso i pazienti che soffrono di apnea notturna hanno la tendenza ad addormentarsi durante il giorno, a causa di un elevato senso di sonno. Spesso questa sonnolenza anomala si verifica nelle seguenti situazioni:
- Seduti mentre si legge
- Guardando la televisione
- Seduti sul lato del passeggero in un’auto
- Seduti mentre si parla con qualcuno
- Dopo il pranzo
Altri sintomi diurni riportati dai pazienti con OSAS includono affaticamento, difficoltà di concentrazione, cambiamenti di personalità e depressione. Inoltre, vi è un’ampia gamma di deficit cognitivi e attenzionali che sono stati descritti dai pazienti affetti da questa problematica.
È possibile associare la comparsa delle apnee notturne alla Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva (BPCO, una patologia cronica degenerativa dell’albero respiratorio): quando si manifesta una BPCO in concomitanza con l’OSAS, si dice che “si sovrappone” all’apnea notturna. Durante il sonno, i pazienti con BPCO e OSAS sperimentano episodi più frequenti di mancanza di ossigeno e lassi di tempo più lunghi di sonno con ipossiemia (minore concentrazione di ossigeno nel sangue) e ipercapnia (maggiore concentrazione di anidride carbonica nel sangue) rispetto ai pazienti con OSAS ma senza BPCO o ai pazienti con solo BPCO. Secondo alcuni studi, i pazienti con sovrapposizione delle due condizioni hanno mostrato un aumento del rischio di morte per cause esterne alle apnee notturne.
Diagnosi
La diagnosi di apnea notturna viene effettuata tramite studi sul sonno chiamati polisonnografie, effettuati in laboratorio o in condizioni ambulatoriali, ma anche, comodamente, nella propria abitazione. Tutte queste indagini mirano alla valutazione della qualità del sonno e delle funzioni cardiorespiratorie e permettono di indagare la presenza e durata delle apnee e delle ipopnee. Un'apnea è definita tale quando avviene una riduzione del flusso d'aria maggiore del 90% per almeno 10 secondi. Le ipopnee sono caratterizzate da riduzioni del flusso d'aria di almeno il 30%, associato a una diminuzione dell'ossigeno arterioso di almeno il 3%. La polisonnografia è il metodo di riferimento per la registrazione degli eventi respiratori durante il sonno e consente il calcolo dell’indice di apnea-ipopnea (AHI), definito dal numero di apnee e ipopnee per ora di sonno. La gravità dell'OSAS dipende dall’indice di apnea-ipopnea (AHI) e/o dall’intervallo dell'indice di desaturazione dell'ossigeno basato sul monitoraggio notturno:
- Lieve: AHI 5–15
- Moderato: AHI 15-30
- Grave: AHI >30
Considerando che solo la metà dei pazienti che soffre di apnee notturne è sintomatico, è molto importante concordare con un Medico chirurgo una visita specialistica per verificare la necessità di indagare la presenza di OSAS.
Polisonnografia
Lo studio del sonno è la più importante indagine in fase di diagnosi OSAS. In genere, ci sono tre tipi di studi:
- Polisonnografia completa
- Poligrafia respiratoria
- Ossimetria notturna
La polisonnografia è considerata il miglior strumento diagnostico per le apnee notturne e di solito include la valutazione: dell'ossimetria (quantità di ossigeno nel sangue), del russamento, dei movimenti del corpo e delle gambe, del flusso d'aria oronasale, dell’escursione del torace e dell'addome, dell’elettrocardiogramma, dell’elettroencefalogramma, dell’elettrooculogramma e dell’elettromiogramma. La poligrafia respiratoria di solito include tutte queste valutazioni ma senza elettroencefalogramma, l’elettrooculogramma e l’elettromiogramma. L'ossimetria, invece, è adatta per studiare il sonno a casa, consentendo ai pazienti di dormire nel proprio letto e ricreare condizioni ambientali più realistiche rispetto a quelle di un laboratorio, in cui avviene la valutazione con la polisonnografia completa e la poligrafia respiratoria. Test oggettivi per valutare la sonnolenza includono il Test di latenza del sonno multiplo, il Test di veglia e il Test di Osler. Tuttavia, tali test sono lunghi e costosi e, di conseguenza, sono usati raramente nella pratica clinica quotidiana.
Apnea notturna rimedi
La CPAP è un macchinario che utilizza una leggera pressione dell'aria per mantenere aperte le vie aeree.
Il macchinario è composto da tre parti principali:
- Una maschera o altro dispositivo che si adatta al naso o al naso e alla bocca, con elastici che la tengono in posizione sul viso;
- Un tubo che collega la maschera al motore;
- Un motore che soffia aria nel tubo. Alcuni dispositivi CPAP hanno caratteristiche aggiuntive, come ad esempio la possibilità di riscaldare e/o umidificare l’aria. La CPAP migliora la sintomatologia associata all’OSAS e aumenta la probabilità di sopravvivenza dei pazienti: gli effetti benefici della CPAP sui sintomi e sulla qualità della vita si ottengono già dopo pochi giorni di trattamento. Per quanto riguarda gli esiti cardiovascolari, alcune analisi hanno dimostrato che la CPAP riduce la pressione sanguigna media contribuendo ad abbassare il rischio di ipertensione, riducendo il rischio di sviluppare aritmie, ictus e infarto. Il trattamento con CPAP è in grado anche di ridurre il rischio di sviluppare steatosi epatica non alcolica, una patologia del fegato che può evolvere in degenerazione organica e funzionale (accumulo di grasso nel fegato).